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Tenzone di donna e uomo anonimi

Altre sezioni:

   1
 
   Tapina ahimè, ch'amava uno sparvero:
   amaval tanto ch'io me ne moria;
   a lo richiamo ben m'era manero,
   e dunque troppo pascer nol dovia.
 
5Or è montato e salito sì altero,
   as[s]ai più alto che far non solia,
   ed è asiso dentro a uno verzero:
   un'altra donna lo tene in balìa.
 
   Isparvero mio, ch'io t'avea nodrito,
10sonaglio d'oro ti facea portare
   perché dell'uc[c]ellar fosse più ardito:
 
   or se' salito sì come lo mare,
   ed ha' rotti li geti e se' fug[g]ito,
   quando eri fermo nel tuo uc[c]ellare.
 
 
   2
 
   Vis' amoros', angelico e clero,
   in cui regna savere e cortesia,
   non v'apellate di tapin mestero
   per creder cosa ch'es[s]er non poria.
 
5Ch'io partisse da voi core e penzero?
   Inanti foss'io morto quella dia:
   ch'io altra gioia non voglio né spero
   se no la vostra gaia segnoria.
 
   E ben confesso, sono alti salito,
10pensando che cangiato son d'amare
   da voi, cui sono fedele e gechito.
 
   Chi altro vi fa credere o pensare
   è disleale, larone e traìto,
   che vuol la nostra gioia disturbare.